Reole

Informazioni

Reole è una città nel deserto situata sulla frontiera orientale della nazione.I cittadini adorano il Dio del Sole Letho, a cui hanno dedicato una grande cattedrale.Il culto di Letho è amministrato dal sacerdote Cornello, che compie "miracoli" che gli garantiscono la fedeltà dei cittadini.

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"Alto nel cielo, il sole è il sovrano incontrastato del giorno. I suoi potenti raggi scacciano le tenebre e riscaldano la terra, che concede agli esseri viventi le sue risorse. Ma nel deserto le risorse scarseggiano e le alte temperature non favoriscono molto la vita. Solo pochi esseri viventi hanno il coraggio di stabilirsi in un luogo simile e poche città sono sorte su questa terra arida. Reole è una di esse. Chi sarà lo stolto che cercherà di attraversarlo e raggiungere così la civiltà?"

(Voce del narratore)

Dopo un lungo viaggio arrivammo finalmente a Reole,questo posto mi aveva sempre incuriosito.Si diceva che un sacerdote definito "figlio" di Letho,divinità di quel posto,facesse dei miracoli.Ma io e mio fratello eravamo abbastanza titubanti riguardo a ciò,dato che sapevamo per certi che nessuno potesse compiere dei miracoli.Ad un tratto però i miei pensieri furono interrotti da un'esclamazione di Edward,a cui io risposi con un semplice assenso della testa.Appena arrivammo al chioschetto,mi misi seduto su una sedia osservando distratto il posto e il barista che cercava una stazione radio,quando ad un tratto i miei occhi si fermarono su una figura femminile che riconobbi subito feci un sorriso.Hey Fratellone,guarda! C'è il tenente HawkeyeDissi tutto contento,chissà se con lei c'era pure il colonello Mustang e il signor Hughes.

Che giorno sarà mai? Lunedì? Mercoledì? O forse è domenica? Pensai, mentre camminavo sulle dune di sabbia di quell'infernale deserto. Erano passati alcuni giorni da quando avevo lasciato Central City, ma ahimè avevo perso il conto. E questo caldo certamente non dava nessuna tregua, ma per mia fortuna ero abituata a un simile ambiente. Fermandomi su una duna, guardai verso l'orizzonte e un lieve sorriso apparì sulle mie labbra appena intravidi Reole, uno dei pochi insediamenti umani di questa zona. Arrivata in città, mi fermai davanti alla fontana e mi bagnai il viso. - Puoi spiegarmi perché mi hai portata in un posto del genere? - Chiesi a Dangan, il mio compagno di viaggio.



Appena arrivammo davanti alla fontana, feci in modo di inzupparmi per bene. Si, avevo proprio bisogno di acqua fresca! Non ero assolutamente abituato a quel caldo infernale e mi chiedevo come facesse Shizen a sopportare un simile clima. - Hai qualcosa da obiettare? Mi hanno dato un breve congedo, così ho pensato di portarti a Reole - risposi, togliendomi la giacca e posandola sul bordo della fontana. - Ho sentito dire che in questa città c'è un prete che compie miracoli. Forse può aiutarti a ravvedere la tua idea sull'esistenza o meno delle divinità - aggiunsi, togliendomi la maglietta per strizzarla per benino. - Inu, non ti allontanare troppo - intimai al mio cane, che aveva già iniziato a gironzolare per quella piazza insieme a Okami e Taka, i due animali di Shizen.

- Questa tua idea è pessima - gli dissi, mentre mi sedevo sul bordo della fontana. - Le divinità non esistono e poi non ti hanno dato nessun congedo - dissi, voltandomi verso di lui. - Se ti avessero dato un congedo, non avresti portato con te il tuo fucile di precisione e non indosseresti nemmeno la divisa - aggiunsi, sbuffando forse infastidita dal fatto che mi aveva distratta dalla mia ricerca della verità.



- Staccarti un po' dai libri ti farebbe bene, lo sai? - Dissi, rimettendomi la maglietta. Mentre discutevo con lei, non mi accorsi che i nostri amici animali si erano allontanati e si erano avvicinati al chiosco nell'angolo. Non potevo di certo immaginare che il falco di Shizen si gettasse in picchiata e si prendesse qualcosa dalla tasca di una delle persone sedute a quel chiosco.

Tutto successe così velocemente da che stavamo parlando tranquillamente con il tenente Hawkeye a che un falco rubò l'orologio del Fratellone che di conseguenza partì all'inseguimento,così decisi di aiutarlo.Ma fu tutto vano.Fratellone,non credo che riusciuremo ad acciuffarlo.Dissi,guardandolo ad un tratto però notai che il falco si dirigeva verso due ragazzi,così mi si accese la lampadina.Magari il falco è di uno di quei due ragazzi laggiù,chiedi a loro.

- Per tua informazione non sto con la testa sui libri tutto il giorno - gli dissi, posando il mento sulla mano sinistra. Ero infastidita. Sapeva benissimo che lo studio era tutto per me, ma non ne conosceva il motivo perché non glielo avevo mai detto e mai lo avrei fatto. - E poi non studio mai abbastanza - aggiunsi, sbuffando.



Forse non ho avuto una buona idea ... pensai, notando quanto fosse infastidita da questo viaggio fuori programma. Sapendo che lei adorava il sole, avevo pensato di portarla in questo posto così caldo ma qualcosa mi diceva che avevo sbagliato tutto. Guardandomi attorno, mi accorsi che i nostri tre animali erano alle prese con un grosso guaio. Taka aveva preso qualcosa a quei due signori e quel qualcosa andò nella bocca di Okami, che la passò subito a Inu forse per pigrizia o semplicemente perché non aveva voglia di fare simili giochi. A quel punto Inu cominciò a correre verso di noi, inseguita da uno dei due signori.

Ero così occupata a pensare quanto odiassi questo inutile viaggio spreca tempo prezioso da non rendermi conto di cosa stesse accadendo. Successe così in fretta che non potei fare niente per impedirlo. Inu riuscì a scansarmi, ma il suo inseguitore no. Mi finì letteralmente addosso e, avendo perso l'equilibrio, caddi letteralmente nella fontana. - Ahi, la testa! - Esclamai, appena la sbattei contro il marmo della fontana. Quando riaprii gli occhi, mi ritrovai l'inseguitore addosso e la sua faccia era letteralmente sprofondata nel mezzo dei miei seni! Pur non avendoli né troppo grossi né troppo piccoli, mi infastidii parecchio lo stesso. Presa da una rabbia alquanto cieca, cominciai a tremare nel disperato tentativo di controllarmi ma era impossibile riuscirci. - MANIACO! - Gridai, dandogli un ceffone in pieno viso con la mano sinistra. Involontariamente ero finita con l'usare l'automail al posto della mano buona, quindi sentì probabilmente il doppio delle stelle.